domenica 26 agosto 2012

Newport Beach

Di ritorno da 10 splendidi giorni in Polinesia rieccoci in California per lo scalo di 12 ore a Los Angeles prima di prendere il volo di rientro per Londra e poi per Milano.
Atterriamo a LAX alle 9 del mattino ed abbiamo il prossimo aereo verso le 9.30 pm quindi decidiamo di prendere un'auto e farci un giro.


Noleggiamo una Jeep Patriot da Alamo e prendiamo l'autostrada verso Sud. So che le cittadine costiere della Orange County sono molto carine quindi decidiamo di andare a Newport Beach, rinomata città balneare.

 

Per prima cosa, visto che l'ora di pranzo si avvicina, dopo un breve giro in auto ci fiondiamo al Rusty Pelican, ristorante molto rinomato che da sulla baia e dalla cui terrazza è possibile pranzare e godersi in tranquillità il passaggio di bellissimi Yacht (tra cui alcuni italiani).
Purtroppo la terrazza al nostro arrivo è tutta occupata e quindi la cameriera ci fa accomodare all'interno ma comunque vicino alla vetrata con vista laguna. Prendiamo due squisiti piatti di Halibut e un paio di Coca-Cola e ci godiamo il pranzo.






Mentre pranziamo riusciamo anche a vedere le evoluzioni di un tizio che con questo apparecchio che raccoglie acqua grazie ad una specie di aspirapolvere a forma di tavola da surf e la spara da una specie di zaino consentendo a chi la indossa di "fluttuare" fino a quasi 10 metri di altezza! L'apparecchio si chiama Jetlev ed è possibile anche noleggiarlo (http://www.jetlevsouthwest.com/)



Le auto in circolazione, i negozi, le concessionarie, e le case che vediamo confermano che Newport è una delle zone più ricche della costa californiana.


Dopo pranzo ci spostiamo con l'auto e cerchiamo di vedere qualcosa di caratteristico di questa città. Arrivati dall'altra parte della baia ci fermiamo per qualche foto alla stessa.

 Il Rusty Pelican
 

Il tizio con il Jetlev che si diverte

Poi ci spostiamo verso la spiaggia e i canali.








Anche qui le case sono bellissime e ricordano molto il quartiere dei Canali di Venice. La spiaggia è ovviamente enorme e le ville affacciate sul mare reggono quasi perfettamente il confronto con quelle di Venice Beach!






Ad una certa ora del pomeriggio dobbiamo rientrare in aeroporto, riconsegnando l'auto e preparandoci per il rientro definitivo a casa.

sabato 25 agosto 2012

Rangiroa

Rangiroa, perla del pacifico, una lingua di terra lunga più di 200 km che si chiude su se stessa, interrotta solo dai passe, i canali attraverso i quali si muovono le maree tra la laguna e l'oceano aperto. Un paradiso per i sub, con una miriade di specie di pesci ed animali marini da vivere a 360 gradi. L'aeroporto di Rangiroa è un baracchino, come del resto tutti gli aeroporti qui, escluso Papeete.

 
Alloggiamo al Kia Ora Resort, l'hotel più bello della zona, in un villino proprio sulla spiaggia. Come nei precedenti hotel il comfort è il massimo, se escludiamo il rumore del vento notturno accentuato dal fatto che il tetto dei villini sembra in paglia ma è completamente di plastica e fa da cassa di risonanza! Per il resto la camera è grande, comoda e di classe, il bagno è come al solito enorme e sul patio oltre alle sdraio c'è una bella jacuzzi! Al nostro arrivo troviamo una bella bottiglia di vino rosè che ci aspetta (al Meridien ci avevano offerto una bottiglia di Champagne).

 

Purtroppo la disavventura con il cibo di Bora Bora mi lascia un giorno di malessere generale che però mi passa in tempo per l'escursione alla Blue Lagoon, un vero e proprio paradiso fatto di piccoli isolotti e di sabbia bianchissima, barriera corallina e squali e razze ovunque.


La gita consiste nell'attraversare completamente la laguna di Rangiroa fino all'estremità sud-ovest, con due barche di circa 8 passeggeri ciascuna. Una volta arrivati vicino all' isolotto, ancorate le barche si procede a piedi con l'acqua fino al petto e con le pinne di squalo che ti passano a pochi metri fino ad arrivare sull'isola dove è allestito un gazebo per il pranzo. Prima di pranzare c'è il tempo di camminare fino all'isolotto più vicino sempre muovendosi lungo il reef, poi si pranza con le specialità locali, pollo e maiale cotti al barbecue, verdura fresca e frutta locale.


Una volta finito il pranzo, gli avanzi di cibo diventano l'attrazione del pomeriggio: prima prendiamo ciascuno un piatto e pasturiamo per gli squaletti vicino alla spiaggia, poi, vicino alle barche, ci caliamo in acqua tenendoci tutti attaccati ad una fune come fossimo al cinema ma con solamente costume maschera e pinne, mentre al cinema si portano i pop corn, un tizio dello staff con un secchio pieno di cibo lo getta pian piano in mare e gli squali un po' più grossi banchettano a pochi centimetri da noi. Un'esperienza davvero bellissima!


Risaliti sulle barche ci divertiamo un po' a vedere il capitano (un fenomeno di 150kg che cantava con lo spinello in bocca mentre spingeva al massimo il battello con il mare molto ma molto mosso) che con la carcassa di un pesce cerca di attirare gli squaletti più piccoli e di tirarli fuori dall'acqua prendendoli per la pinna.
Rientriamo in hotel come dicevo con un mare molto mosso e poco prima di arrivare a destinazione ci fermiamo per un po' di snorkeling all' Avatoru Passe, uno di quei canali fra i motu dove ci si fa trascinare dalla corrente mentre si guarda lo spettacolo della barriera corallina e della sua fauna marina.
Pranzi e cena sempre in hotel, anche perchè non ci sono altri posti dove andare; si mangia discretamente ed il servizio è eccellente. Fuori dal ristorante ci sono una bellissima piscina affacciata sul mare ed un bar su palafitta. Dopo cena passiamo qualche ora bevendo drink con altre coppie sulla terrazza del bar da dove, grazie all'illuminazione artificiale dell'acqua, si possono guardare gli squali. Proprio da qui l'ultima sera a Rangiroa vediamo passare uno squalo lungo più di due metri!



Se il mare all'interno dell'anello formato dalle isole dell'atollo è tutto sommato piuttosto tranquillo, la faccenda cambia completamente all'esterno, in aperto oceano. Abbiamo modo di vederlo uscendo dall' hotel l'ultimo giorno con un paio di biciclette, con le quali andiamo fino al Tiputa Passe dove alcuni ragazzi del posto fanno surf.