La chiesa sorge nella parte centrale del centro abitato su uno sperone di roccia a picco sulla forra sotto le cui pareti a strapiombo scorre il torrente Devero. lo sperone, in corrispondenza della parte posteriore e di parte della fiancata dell'edificio è stato rinforzato da alte e poderose arcate in muratura. La presenza dello sperone roccioso si ritrova anche all'interno della chiesa, il pavimento sotto l'altare di San Pietro (a sinistra nel transetto) è di nuda roccia, anche il basamento del pilastro più vicino all'altare è ricavato direttamente dalla roccia. [Wikipedia]
Caratteristiche non comuni di questa Chiesa sono anche il pavimento inclinato in salita verso l'altare e la Grotta di Lourdes, accessibile dall'interno e visibile anche dall'esterno, in cui si trovano le statue della Madonna di Lourdes e di Santa Bernadette.
Visitata la Chiesa Monumentale di San Gaudenzio ci muoviamo alla volta di Croveo. Appena si entra in auto nel territorio di Croveo cominciano ad apparire qua e là nei giardini delle case e sui marciapiedi alcune "streghe" riprodotte con cura ed attenzione, un po' come quando nel mese di Ottobre girando per l'America si trovano gli addobbi di Halloween. Altre decorazioni sono caratteristiche creazioni a maglia appese alle balaustre o ad archetti lungo la strada. La zona di Baceno e Croveo è famosa per i numerosi processi per stregoneria che condussero al rogo per lo più donne e alcuni uomini tra XVI e XVII secolo. Ogni anno a Croveo durante l'ultimo weekend di luglio viene organizzata infatti la Manifestazione Streghe della Valle Antigorio.
Parcheggiata l'auto ci facciamo fare due panini con prosciutto e formaggio d'alpeggio al ristorante Cistella proprio in centro paese e cominciamo a passeggiare verso la zona a traffico limitato dove troviamo la Chiesa Parrocchiale di Croveo, dedicata alla Natività di Maria Vergine, edificata nel XVII secolo. Sul sagrato della chiesa monumento a Don Antonio Ruscetta, prete viperaio di Croveo, (in quel punto teneva lezioni di cattura dei rettili che venivano poi inviati ad istituti sieroterapici per l'estrazione del veleno). Poco più su, dopo aver superato un classico lavatoio davvero ben conservato ed addobbato, ancora un paio di curve e troviamo il sentiero verso le marmitte del Diavolo, dove in 5 minuti scarsi si raggiunge una bellissima cascata detta anche la Caldaia del Diavolo che è possibile ammirare da un terrazzo belvedere appositamente creato lungo il sentiero.
Sono gli anni tra il 1953 e il 1960. A Domodossola, città vicina al confine, arrivano molti emigranti, soprattutto dal Sud Italia. Quasi tutti lavorano in Svizzera dove però non è possibile, per legge, portare con sé la propria famiglia. Per molti di loro è un dramma separarsi dai propri figli e molti, tantissimi, non sanno a chi affidarli. È un problema vero e i frati Cappuccini cercano un modo per ospitare i tanti bambini e ragazzi costretti a rimanere in città, lontani dalla propria famiglia. La prima soluzione è una casa a Gravegna, concessa però per poco tempo. Poi, finalmente, nasce la Casa del Fanciullo che riesce ad accogliere i figli degli emigranti.
Ma l’estate?
Anche i figli del disagio hanno diritto allo svago e al divertimento. E così si cerca una soluzione. Si trova un terreno a Baceno Croveo Osso. I proprietari, per amore dei bambini, generosamente lo concedono ai frati. Il luogo è molto bello, immerso nella natura, il luogo ideale per queste giovani energie. Ma come attrezzarlo? Si pensa a delle tende o ad una baita. Poi avviene un incontro casuale con Scalfaro, Ministro dei Trasporti, e un’idea bizzarra si fa strada e diventa una richiesta: “Ce lo regalerebbe un treno?”.Sembra una battuta, ma non lo è. Si sta delineando un progetto. “Servirebbe per creare un villaggio per ospitare i bambini che vivono lontano dai genitori, per offrire loro un luogo di vacanza, un po’ di gioia e di serenità…”. È fatta. Le carrozze arrivano davvero.
Tutti in carrozza! È nato il Treno dei Bimbi
Tutti nella zona si sentono coinvolti. È il 1960, è agosto e fa caldo. Una carovana gioiosa parte da Domodossola. Lungo le strade della Valle Antigorio le carrozze procedono, lente ma decise, verso la meta, tra la meraviglia degli abitanti, la tenacia degli operai, la supervisione dei tecnici e la speranza dei tanti bambini che per molti anni potranno trascorrere serenamente le loro vacanze alloggiando nelle vecchie carrozze del treno adeguatamente equipaggiate.
Oggi il villaggio “Treno dei Bambini” è ancora gestito dai frati Cappuccini e da alcuni volontari. Qui, famiglie e gruppi possono vivere l’esperienza di alloggiare nelle vecchie carrozze per qualche giorno oppure trascorrere qualche ora immersi nella natura, per un picnic, una sosta nel parco attrezzato con giochi adatti anche ai più piccoli, per una grigliata o una partita a pallone o per una giornata di meditazione e preghiera.
Il meteo di oggi non è bellissimo, ad un certo punto comincia a piovigginare e così ci fermiamo e mangiamo il nostro panino nelle apposite aree per il pranzo al sacco. A pochi metri, vicino alle carrozze, c'è anche un'area ben attrezzata per le feste con bar ben fornito. La pioggia è poca e breve, ritorniamo sul sentiero diretti al Vecchio Scarpone.
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